Il giornalismo? Oggi è computer, sedia, ufficio, telefono e solitudine. Un lavoro mentale durante il quale ti chiedi cosa possa interessare, piuttosto che cosa sia di interesse pubblico. Le notizie arrivano dal mondo e tu li ricevi e le leggi stando seduto, ma non le trovi perché stando seduto è poi difficile trovare notizie. Non ti resta che ampliare un argomento interessante (per il lettore), una notizia “forte”, la notizia del giorno, sprofondarci dentro e appigliarti al minimo nuovo dettaglio/foto che ti piomba addosso. Le notizie…Se paragonate le notizie di un mese fa e quelle di oggi sugli stessi portali, giornali, televisioni, molte si assomigliano in forma e argomento: incidenti, politici ammattiti, scandali, gossip e titoli da brivido. Tutto uguale, forma e contenuto, tutto uguale.
Raccontare un evento, un fatto, parlare di un luogo, di dati, di dinamiche, di persone, è invece qualcosa di sempre nuovo, sorprendente e appassionante, perché noi siamo eventi, fatti, luoghi, dati, dinamiche, persone. Il giornalista è tutto questo, io sono tutto questo e allora sarà bello cimentarsi (per pura passione) in qualcosa di diverso, un giornalismo trasparente, oggettivo nei dati e nelle cose, ma anche soggettivo, emotivo, a volte poetico, umorale, drammatico o esaltante, per la voglia di raccontare il nostro mondo che è tutto questo e tanto altro. Un giornalismo narrativo, un GIORNALISMO DEI SENSI e qualcosa anche di non giornalistico. BUONA LETTURA.
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