40 anni al Corso e l’incontro con Primo Levi
“Avevo comprato delle tazzine da tè nuove, tutte colorate. Volevo fare una figura carina. Mio marito che lavorava all’Hotel Gottardo aveva invitato a casa Primo Levi e sua sorella. Avevano desiderio di conoscere me e il nostro bambino. Non sapevo chi fosse Levi, mio marito mi aveva detto che era uno scrittore. Quando sono arrivati a casa ho portato il tè nel salotto, accompagnato da pasticcini e biscotti, ma appena vedono le tazzine, lui e la sorella si commuovono. Ho chiesto se il tè andasse bene, preoccupata, ma loro iniziano a piangere. Non capivo cosa stesse accadendo, pensavo di avere sbagliato qualcosa, ma ero anche contrariata. All’improvviso, entrambi si alzano, vengono verso di me e mi abbracciano. Mi chiedono dove avevo preso quelle tazze e io, esterrefatta, rispondo: ‘Dagli ebrei’, come si usava chiamare il negozio dove avevo comprato le tazzine. Si asciugano il viso, si siedono nuovamente per sorseggiare il tè, poi mi dicono ‘signora sa che queste tazze sono quelle che usavamo a casa nostra, prima della guerra?’. Non conoscevo la loro storia, mi sono poi informata e da allora ci siamo sempre incontrati ogni volta che sono venuti a Lugano. Ci siamo scritti spesso”.