Mani costruire

Costruire! Che cosa? Una stella!

in Storie di

Un suono rimbomba profondo nei miei nervi. Costruire, costruire, costruire! Che cosa? Costruire, costruire, costruire! Ma che cosa? Una stella! Una stella? Sì, una stella da guardare ancora, sai, una di quelle che non muoiono mai. Una di legno pregiato, una stella laboratorio, una stella falegnameria, la falegnameria del padre, la sua falegnameria. Costruire, continuare un lavoro di testa e di mani, il lavoro di suo padre, l’amore per suo padre.

Il suono mi lascia un po’ in pace e allora penso che Cinzia Trezza sia una persona di passione, una di quelle che non ci sta a chiudere l’impresa di famiglia. Una di quelle che non dice “lavorare”, ma “giocare” nel territorio.  Mi dice che è nata nella terra di nessuno tra Padula e Montesano in provincia di Salerno, che a Roma non riusciva a vedere le stelle, che da sempre ha amato il legno e la modellazione e a 20 anni ha deciso di lavorare con il papà falegname. Mi dice che a 25, pendolare a Napoli, è diventata designer e oggi a 33 anni, sotto i consigli del padre, conduce la falegnameria che stava per chiudere. È una designer falegname e ora ha la sua stella da modellare, un lavoro di testa e di mani, ri-mani. Giocare con la realtà e ripartire da quello che c’è, immaginarlo con nuove forme e mezzi, trasformare le idee delle persone in oggetti.

Ma mica è facile in questo mondo format Ikea, saturo di centri commerciali, dove quello che conta è intensificare il tempo, il lavoro, ridurre la manodopera? In questo territorio, che qui c’è ancora paura di essere fregati se si collabora, e allora si resta soli? No, ma se c’è qualcosa da costruire, se la senti qualcosa da costruire, allora vai… “Crescere, ho voglia di crescere e far crescere questo laboratorio, mi dice Cinzia. Anche io ho voglia di uscire, andare in città, andare a teatro, passeggiare, fare shopping, ma a me piace vivere qua, sono legata, abbiamo bisogno di stimoli, dobbiamo portarli, non tutti siamo predisposti a farlo, ma quando ci sono, la gente partecipa”.

E spera un giorno di realizzare un laboratorio di autocostruzione, un luogo in falegnameria dove la gente che ha bisogno di riparare una sedia o colorare un tavolo, impara e lo fa da sola, e non butta nulla e riconquista la manualità, la manifattura. Uno spazio di condivisione per costruire, insistere, crescere. E c’è il gruppo del GAV, giovani architetti e non solo, con cui si confronta e collabora e una ragazza, Rosmary Lagalla, interior designer, con cui è nata la voglia di partecipare al concorso della Settimana del Design Campano. Così nasce “Salix “, una porta divisorio realizzata tramite l’intreccio di salici. “Ci incontriamo un sabato mattina nel posto che più ispira, la Certosa di San Lorenzo. Rosa ha una vitalità pazzesca, è capitata nella mia vita ed è stato bello. Passeggiando abbiamo pensato a un po’ di oggetti della nostra tradizione, soprattutto quella contadina… e ci è venuto in mente “u fruscieddo”…quel cesto di vimini che conteneva il formaggio, creato attraverso l’antica arte dell’intreccio dei vimini e del salice. Ecco il progetto di design Salix”. Antico e moderno, design contadino anzi come si direbbe oggi design rurale, da valorizzare e perché no da votare. E votate!

Intanto però quel suono ritorna, rimbomba profondo nei miei nervi. Costruire, costruire, costruire! Che cosa? Costruire, costruire, costruire! Ma che cosa? Una stella! Una stellaaa? Sì, una stella da guardare ancora, sai, una di quelle che non muoiono mai e che ringrazi la vita per averla trovata.

SALVATORE MEDICI

1 Comment

  1. MI HA EMOZIONATO O FUSCIEDDO, SI FACEVANO DURANTE LA SERATE D’INVERNO INTORNO AL FOCOLARE O QUANDO PIOVEVA , BRAVA AVANTI CON LA TUA STELLA

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.