Vivo nel pianeta spazio libero del Vallo di Diano

in Parole Riflesse di

SCRITTO NEL 1999

Vivo nel pianeta spazio libero del Vallo di Diano che poi tanto libero non è, e se vuoi fare qualcosa d’importante bisogna che ti adatti o semplicemente non la fai, perché non puoi, perché non c’è.  Cielo plumbeo, ore lente e assurde, quasi quasi prendo la macchina e corro come un pazzo, sarà solo la mancanza del sole oggi o chissà, ma vorrei squarciare questo quadro e scoprirne un altro, comprendere che c’è altro dietro. Come al solito. Come al solito. Il titolo del quadro: come al solito. “Sud Sud Sud insisti ca’ resisti” come dicono gli Almamegretta o “Sud Sud Sud insisti ca muori”?. E faccio domande di lavoro, domande al nord e cambiare situazioni impossibili. Il sole non è tutto, dopotutto.

La stanchezza ti sconvolge, prende il corpo, la mente e con andamento lento li fa roteare in un vortice di sabbia, molle, quasi liquido, poi ad un tratto silenzio; duro come una roccia, il pensiero chiude gli occhi, i nervi s’irrigidiscono, le parole in un disperato Perchè appassiscono e…Sono attimi, solo attimi, la sera più che altro, la mente soprattutto, un vortice, poi silenzio. Ma si ricomincia.

Il fatto è che qui da noi ci sono pochi momenti di espressione, pochi interessi sociali, culturali. Bar e videogiochi, stanze solitarie e macchine a mille all’ora. Per non parlare, quando non c’è il lavoro e il lavoro non c’è. Anche quando da parte dei ragazzi c’è l’immenso piacere di restare, è necessario partire, condizioni di forza, catene e limiti. Non sono pessimista, ho mille interessi e tanto cibo per l’anima, sarà per questo che resto qui e lotto, nei dovuti termini, per carità, ma lotto. Amo la montagna, il profumo dell’erba in primavera e quello della terra bagnata dalla pioggia, amo le pietre per quello che possono essere, e le case antiche e i centri storici, e il fermarsi un attimo per riposare, i contadini, e i posti dove c’è tanto da fare, e amo i miei e mia nonna e gli amici con gli stessi problemi, fare insieme qualcosa che abbia senso e piacere. Amo i ritmi lenti e vivi, e i vecchi racconti, e le panchine e… Aspirazioni, desideri liberatevi. Montagne del Sud. Ma le scaleremo queste montagne? Non so, forse non lo dobbiamo fare, ma siamo costretti a farlo perché per goderci la vita siamo tenuti a seguire strade che non ci appartengono.

Battiti, battiti, battiti al petto e alla testa, continui; parole, parole, parole, parlare con gli altri; giri e curve, poi veloci, dritti verso una missione, verso un progetto, poi si rigira e di nuovo si riparte. C’è tanto da creare, da fare, da dire nella quotidianità del nostro tempo e della nostra zona, dopotutto.

In attesa!

Salvatore Medici

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