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Ticino

La primavera del coraggio in una stanza di vestiti

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Quando la primavera , i suoi caldi, i suoi profumi inondano all’improvviso un sabato pomeriggio di marzo, la leggerezza è la sensazione principale che scorre nella mente e sulla pelle e pervade, anche quando non dovrebbe, tutto quello che va oltre il nostro corpo, gli ambienti, le persone, le sofferenze,  gli sforzi, la rabbia e i problemi. Questo stesso respiro pervade anche lo stanzone a piano terra della parrocchia di Rebbio a Como, quella di Don Giusto con le sue battaglie per accogliere i migranti. Quattro donne sono sedute al lungo tavolo della mensa, fanno conti e parlano, mentre una quinta prepara il caffè al banco del bar. Agli altri tavoli e sui divani siedono ragazzi africani. Chi ascolta musica con lo smartphone, chi gioca con una ragazza, chi legge qualcosa o se ne sta con lo sguardo dritto a pensare, chi si alza. Fuori il viavai è ancora più intenso, ci sono due strutture nelle quali entrano altri ragazzi africani e arabi, dall’altra parte della strada c’è invece un campetto da calcio e tanti che corrono a calciare palla.  Don Giusto oggi non c’è, si trova a Monza per il Papa, ma qui le volontarie sono operative e fondamentali.

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Lavorare con lentezza, il tempo del pane

in Storie by
Pane_lento

Lavorare con lentezza, il tempo del pane, quello lungo della notte, le ore di una vita che portano alla felicità “perché la felicità che ricevi a fine giornata, è la felicità che avrai alla fine della tua vita”. Parola di Marius Höckl, il chirurgo ortopedico di Monaco di Baviera che ha scelto di fare il panettiere. Non da solo. Con lui c’è Nicola Cavallini dalla valle di Muggio, prima architetto, poi falegname, ora panettiere con un credo: “Dietro il pane c’è un paesaggio, può esserci una fabbrica o il campo di grano. Tu da che parte stai?”. Marius e Nicola quella “parte” l’hanno scelta, un tipo di vita, un tipo di lavoro, un tipo di pane. Insieme a loro, c’è Dominique Ignomeriello, originaria di Bitonto, sinologa, moglie di Nicola e addetta alle vendite nei mercati.

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Quando le persone lasciano un segno

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Le persone arrivano, lasciano un segno, poi ripartono. Qui a Casa Astra, a sud del Ticino, le persone sono di passaggio, ma riempiono questo luogo delle proprie vite, con dolori, speranze, ansie, tentativi. Ho scelto anche io di arrivare e incontrare altre vite, qui in questo luogo di confine, che ospita 24 persone senza fissa dimora, in quella che era la vecchia Osteria del Ponte di Mendrisio.  Abbagliato dal sole della mattina, entro. La prima saletta è quella con il bancone e il bar e alcuni tavoli da perfetta osteria. Dalla cucina sbucano alcuni inquilini della casa. Senza fissa dimora! Persone che hanno bisogno di un tetto, in attesa di rimettere a posto una vita, caduta via, leggermente, su scale fragili e invisibili, per via di una distrazione, di destini malmessi, di passioni rincorse. Keep Reading

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